Dies Irae

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"DIES IRAE - Tempi di guerra"

Autori:
GIUSEPPE ROGGERO
LORENZO GIACCHERO

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IL BOMBARDAMENTO NAVALE FRANCESE

14 giugno 1940

Il 14 giugno 1940, a quattro giorni dalla dichiarazione di guerra italiana, la III Squadra della Marina Francese salpò da Tolone per un'azione militare verso Vado e Genova. L'unica reazione fu quella della torpediniera Calatafimi, che coraggiosamente tentò senza successo una controffensiva con i siluri in dotazione, e di alcuni MAS. L'aviazione italiana non fu in grado di intervenire per le avverse condizioni atmosferiche, mentre le batterie costiere e il treno armato colpirono un cacciatorpediniere francese. Furono sparati 1500 colpi da parte nemica, cui risposero 300 colpi italiani. Ad Arenzano, oltre alla portineria Figoli, fu colpita con la distruzione del tetto la casa (famiglia Bruzzone) situata alla Lupara sopra l'edificio del dazio.

Da Il Messaggero del Santo Bambino Gesù - Agosto 1940

Arenzano esprime la sua riconoscenza al S. Bambino
per iscampato grave pericolo

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All'alba di quel mattino memorando nove potenti unità nemiche, apparse d'improvviso sull'orizzonte del nostro mare, presero tosto a vomitare ininterrottamente fuoco sul litorale, regalando in un breve spazio di tempo parecchie granate anche alla nostra cittadina che dormiva ancora tranquilla, ignara del pericolo! Inutile dire il panico dei cittadini, svegliati così bruscamente, ed atterriti dalle detonazioni formidabili che facevano tremare gli edifici. Nel trepido frangente tutti compresero che non v'era speranza alcuna di salvezza, se non interveniva l'aiuto dall'alto.

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Ma mentre Arenzano si pensava fosse distrutta o quasi, si poté felicemente constatare che nessuna granata avea recato danni agli edifici; nessun cittadino n'avea riportato la più piccola scalfittura, e ciò fu ascritto alla speciale protezione del S. Bambino. Va soltanto eccettuata una casetta lungo la via Aurelia, che serviva di portineria alla villa della Contessa Figoli. Di essa gl'inquilini, a quelle detonazioni, seguendo un'interna ispirazione, pensarono di riparare all'aperto; e fecero appena in tempo, ché una granata d'un tratto veniva a scoppiare contro il muro della casa, rendendola un cumulo di macerie. Particolare grazioso in quella nota triste: fra tanta rovina rimase intatta una sola parete, su cui spiccava un quadro del S. Bambino di Praga, ciò che fece molta impressione nella cittadinanza e tra i forestieri tutti, che corsero in seguito ad ammirare.

Pertanto, nel pomeriggio della domenica 14 luglio u.s., ad un mese preciso di distanza da quel mattino d'insidia ma non meno di protezione celeste, convennero spontaneamente al Santuario le famiglie arenzanesi a sciogliere giulive l'inno della più viva riconoscenza al loro divin Liberatore.

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Anche le On.li Autorità locali vollero intervenire con gentile pensiero alla simpatica cerimonia. Difatti in apposita bancata coperta di damasco scorgevasi il Commissario Prefettizio, Sig. G.B. Boggiano (il Podestà trovasi attualmente richiamato sotto le armi)accompagnato dal Segretario del Comune; nonché il Segretario Politico del Fascio, Dott. Barone, col suo Vice-Segretario ed il Cav. Pippo Barbieri. In chiesa, tra le distinte personalità femminili, si notava la Marchesa Matilde Pallavicini Negrotto Cambiaso dei Principi Giustiniani, Grande di Spagna e Dama di Corte di S. M. la Regina, con la Marchesa d'Ivrea. Era pure rappresentato il Clero secolare locale.

L'omaggio di riconoscenza al Santo Bambino dovea consistere nell'offerta d'un quadro votivo. Infatti ammiravasi un magnifico cuore d'argento dorato, finemente lavorato, racchiuso entro ricca cornice di forma ovale (75 x 40). In calce al Cuore una targa pure d'argento dorato portava la scritta seguente:

Al Santo Bambino Gesù
suo provvido Re
Arenzano,
sempre memore e riconoscente
er l'ottenuta incolumità
in seguito a fiero bombardamento nemico
avvenuto la mattina del 14-6-1940
teneramente offre
14-7-1940.